Monte Romecchio - Descending DH Angeletti [28km 1260m+]
Ottieni link
Facebook
X
Pinterest
Email
Altre app
"Noi vogliamo cantar l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerarietà"
Sinceramente non ricordo granchè di questo giro anche perchè risale addirittura alla primavera scorsa. Temo quindi che ricordi sbiaditi e fantasia si mischino inevitabilmente. Ho aspettato mesi in attesa che il Trombaio partorisse un resoconto di quella piacevole giornata, solo ora mi rendo conto di averlo caricato di una responsabilità troppo grande: esprimersi in italiano.
L'8 giugno u.s. è una giornata spettacolare e un trio singolare risale, nell'aria frizzantina della mattinata, il sentiero che dalle sponde del Torrente Corsonna porta al paesino di Renaio. Il Trombaio, a ruota il sottoscritto e a chiudere Rob il Prof, non Rob il Secco anche se è secco ma non come il Secco che in effetti non è poi cosi secco......cioè ......ci siamo capiti no?! manca Ale che, per compensare la sua assenza, si è prodigato nel fornirci una traccia di seconda mano.....solo nella tarda mattinata ci rivelerà l'origine lucchese del file.
I primi 5km all'ombra del bosco sono su carrareccia a tratti un pò sporca ed erbosa ma comunque ciclabile al 99%. Un sentore sull'origine degli itinerario ci sovviene quando ci ritroviamo all'improvviso con le bici sul groppone a risalire come merdaccini una sponda terrosa che taglia via di netto un comodo tornante, insomma una fatica bestia che mi coglie impreparato fisicamente ed emotivamente. Di lì in poi raggiungiamo in sicurezza la loc.Renaio dove facciamo una sosta al Mostrico, un Barrino/Trattoria che dalla terrazza panoramica ci offre uno scorcio sull'antistante crinale Apuano e un buon caffè, consumato sotto lo sguardo austero di desueti feticci comunisti (Stalin e Lenin campeggiano nella sala principale, Bertinotti lo ritroviamo sopra al cesso).
Di lì in poi proseguiamo tra asfalto e strada bianca verso Col del Vento; al km 6 tenete la SX e seguite le indicazioni per il Rifugio I Santi in località Vetricia. La pendenza modesta di questo lungo tratto ci consente una agile conversazione per lo più incentrata sulle ultime Serie TV, il Trombaio domina. Tale è la foga che ci mette nel descriverle che anche Rob, sempre accorto e misurato, esplode in un imbarazzante outing sulla serie Marvel. Per non finire isolato o risultare troppo pesante mi lancio anch'io con la mia nuova top 3: Happy days, la Famiglia Bradford e ovviamente Fantasilandia...... del resto solo i più sgamati riconosceranno in Tattoo (il nano tuttofare) il precursore di Tyrion Lannister del Trono di Spade. Segue un lungo silenzio, la gerarchia è ristabilita.
Giungiamo quindi al Rifugio i Santi ma la recente sosta a Renaio e le abbondanti provviste di barrette e puppini ci inducono a proseguire oltre. Il tragitto si mantiene in costa sempre su carrareccia ultrabattuta, il bosco dirada lentamente e senza una goccia di sudore raggiungiamo la Bassa del Saltello a quota 1600slm (1599 per essere piglioli), un crocevia adagiato su un immenso prato che si apre sia sul versante toscano che emiliano. Stavolta il panorama, il sole, e giovani escursioniste appollaiate poco più a monte impongono una breve sosta; espletati i bisogni fisiologici seguono pose pavoneggianti: Il Monty esibisce il piumaggio (?!) in una bella ruota, Rob gorgheggia gonfiando a dismisura il pomo di Adamo (??!!), il Trombaio domina un altra volta con un impressionante elicottero (???!!!) che lascia basito il pubblico non solo femminile. La gerarchia è nuovamente sovvertita.
Dopo lo spettacolo abbandoniamo il prato per risalire, alternando pedali e spinta, lo 00 verso Passo Porticciola. Fuorisciti dai boschetti, segue un breve portage inframezzato dalle tipiche foto del poser endurista/futurista traboccanti di prospettiva, mito dell'autodeterminazione e velocità! L'autocelebrazione prosegue anche giunti in cima al Romecchio (1702m slm.), quindi, con l'ego appagato, cominciamo a imbragarci in silenzio.......la tensione della discesa inizia a farsi sentire (anche olfattivamente), del resto oggi manca un vero leader, colui che sprezzante del pericolo imminente continua a parlarti di topa fino alla nausea e a mostrarti sul telefono foto di corpi nudi ammassati che a un certo punto non capisci neanche se stai guardando una gangbang o foto dell'olocausto....si insomma ci manca Ale! e la scelta dello stuzzicadenti per decidere chi sarà il primo ad andare al massacro è l'apoteosi del senso di abbandono che ci pervade. Il Trombaio domina e unto di spavalderia si piazza in testa.
Il crinale , tolto un punto un pò ostico (e guardacaso esposto), scorre via rapido lungo la costa erbosa del Romecchio. Raggiunta la carrareccia tagliamo dentro la faggetta percorrendo un sentiero scorrevole e divertente. Sbucati su una vecchia mulattiera scendiamo qualche metro più giù e attacchiamo la seconda parte del sentiero (visibile sulla sx). Il flow si incattivisce e il tappeto di foglie si alterna a brevi tratti più impegnativi per pendenza e rocce. Volendo classificarlo siamo su un MTB 2 quindi comunque nulla di particolamente ostico.
Il sentiero termina sulla strada di comunicazione di Vetrice che ripercorriamo a ritroso fino al tornante che sovrasta il Rifugio I Santi, stavolta è l'adrenalina della discesa che impone di proseguire. L'apripista è sempre il Trombaio, oggi in stato di grazia. La DH Angeletti, che fortunatamente di DH non ha nulla, è lungo single track che, tolto il periplo sotto il Monte Specchione, taglia di netto le curve di livello in un bellissimo alternarsi di scorrevole e tecnico. Il bosco dirada e il sole tiepido filtra tra gli arbusti illuminando il manto erboso e i cespugli di ginestre. La nostra attenzione però è tutta la rivolta al sentiero che progressivamente degenera tra tornanti stretti e ripidi franosi. Procediamo regolari e compatti fino ai caseggiati in pietra dove finisce la parte intermedia del sentiero.
5 minuti per scaricare la tensione e la vescica e quindi ripartiamo in ordine inverso, il Trombaio è talmente borioso che decide di darci addirittura due minuti di vantaggio. Rob ed io quindi ci intrufoliamo nei cespugli che fiancheggiano gli abitati e procediamo sull'ultimo tratto della discesa dando fondo alle nostre capacità, memori degli insegnamenti di Scuola di Ripidi. Seguendo quindi i precetti della Divina Scuola del MaLe giungiamo sani e salvi sulla carrareccia che costeggia il Corsonna e che ci riporterà al punti di inizio. Del Trombaio invece non avremo più notizie.......ricomparirà in chat circa 2 settimane più tardi vanneggiando, nel suo lessico un pò stentato, cose riguardo una sorta di portale ultradimensionale....... una specie di piega temporale che è riuscito a bucare permettendogli di sopravanzarci senza che ce ne accorgessimo. Questo in effetti spiegherebbe l'assenza del suo furgone al nostro arrivo, il KOM imperiale su Strava e probabilmente anche l'11 Settembre. Tranquilli.......seguirà un tutorial RCM dove il Sommo ci illuminerà sulla tecnica.
Con la piana pisana in fiamme non rimane che risalire in Appennino alla ricerca di un pò di frescura (speranza vana diciamolo subito). Stavolta mi sono spinto poco più a est sconfinando in territorio emiliano nel comune di Alto Rene Terme , confinante con il pistoiese. Granaglione è un paesone di villeggiatura, appollaiato sulla costa dell'omonimo monte e affacciato sul fiume Reno sottostante. A parte un bar e l'ufficio postale, vanta un Castelletto merlato di epoca medievale con funzione di avvistamento e la Chiesa di San Nicolò dalla parte opposta del paese che incrocerete alla fine di questo itinerario. Il parcheggio a Granaglione non è drammatico ma vi consiglio di lasciare la macchina subito alle porte del paese (zona campo di basket). Di qui si risale l'asfalto di via Giovanni Elkan che dopo poco si trasforma in carrareccia all'ombra dei castagni. La strada sale su decisa (10-16%) fino a quota 1150m, dopodichè si snoda sotto il crinale in lungo mangia e bevi; ...
"magiaaaaaa, portami viaaaaaaa" In loving memory of Franchino DJ (1953-2024) E di magia in questo in questo giro ce n'è parecchia. Sostanzialmente si basa su un'escursione del 2022 che mi valse un menisco quando sforai i 2600m di dislivello; le quote non furono l'unico problema, ve ne furono di ben peggiori come il sentiero lungo lago nei pressi dell'innesto del torrente Limentra e la risalita lungo la via di Sambuca che porta all'omonino paese. Questa edizione 2024 è nuova di pacca, molto scorrevole, pedalabile al 99.5% e sopratutto gira nel verso giusto, nonostante tutto non la consiglierei ai neofiti e men che meno alle gravel. Si parte dalla piccola e rannicchiata Spedaletto , sono le 9 di mattina, il sole è ancora timido e scendendo di macchina si apprezza subito l'aria fina di queste quote (786m slm). Il paesino è poco più di 4 case, una chiesetta, una torre campanaria e un apprezzabile fontana nella piazzetta principale (nonchè l'unica). Il...
"Il Chianti è stato indipendente dal 1985" Se pensate che vi proponga la classica spazzolata asfalto/strada bianca, del tipo "alle 15.00 ho finito, aperitiviamo in camicia di flanella eppoi tutti a bordo piscina", passate pure oltre. Il percorso odierno è una lenta transumanza e, pur unendo le più sputtanate località del Chianti, si muove spesso sottotraccia. DAY 1 Il primo giorno inizia un pò sordina tra partenza ritardata per topa, doppia colazione e primi imprevisti subito fuori la cinta muraria di San Casciano Val di Pesa . Alle 10.00 di mattina siamo già mezzi ignudi e consapevoli di esserci portati dietro un sacco di roba inutile. I primi km, lungo torrenti e borri, scorrono via in penombra su single track; da Sambuca il percorso si allarga nella bella ciclabile del Torrente Pesa: l'acqua cristallina e la vegetazione di un verde acceso ci attardano ulteriormente, tantè che a San Donato in Poggio , primo borgo medievale degno di nota, è gi...
Commenti
Posta un commento