Enduro Trails - The Acquerino Cantagallo nature reserve [30km 1170m+]
"Salite ombreggiate nelle faggete e single track come se piovesse."
Montemurlo - Ale, Monty, Ema, Rob e Luca......quel colpo di reni che con quest'afa e questo gruppo debosciato non ti aspetteresti mai. Eppure eccoli lì, riuniti insieme come nelle migliori occasioni. A Montemurlo uno sfilare di suv sovradimensionati stile cartello della droga Colombiano. In men che non si dica il grigiore delle Case Popolari viene animato dal Carnevale di Rio nel suo sfavillare di colori, maracas e perizomi. Ebbene si, lo dico con i lucciconi agli occhi: mi siete mancati. Con una certa difficoltà riordino le fila e iniziamo il giro. Il menù del giorno è ricco. Salite ombreggiate nelle faggete e single track come se piovesse. Manco a dirlo nei giorni precedenti, oltre a distogliere Ale dall'insana idea di andare a Punta Ala, ho smosso mare e monti per informarmi dai locals sullo stato dei sentieri.
La salita, benchè lunga (14km), scorre via piacevole. L'ombra ci ripara dalla calura e mentre a valle si muore noi ci godiamo l'aria mite e uno spettacolo di colori che spaziano dal rame delle faggete al verde smeraldo delle felci. Ci fa compagnia una piccola delegazione di Iosonofreeride.Giunti al passo delle Cavallaie ci rimbocchiamo le maniche e iniziamo la parte più dura della salita.....per lo più spingiamo. Sul single track che taglia in costa il monte verso il crinale (CAI10?) perdiamo le tracce di Rob. Apprendiamo 20 minuti più tardi che è precipitato giù per il pendio nell'unico breve tratto esposto. Fortunatamente, grazie al casco e all'addestramento base dell'ASL Toscana Centro, non ha riportato conseguenze (fisiche).
Una breve pausa alle fonti d'acqua è l'occasione per fare un giro di corsia tra gli acciaccati del gruppo controllando le loro condizioni. Non rilevando criticità procediamo sulla Vulva (CAI 12). Con l'ultima discesa Ale si incattivisce sin dalle prime curve mettendo alla frusta la sua 29. Giusto il tempo di chiedersi se questo gioco al massacro non sia indice di immaturità o scarso attaccamento alle cose belle della vita che schioffo in terra; l'umido della Vulva limita i danni e mi permette di sgusciare sul terreno come un pargolo a fine travaglio. Col costato alla Cristo flagellato mi rialzo consapevole che i dolori arriveranno solo a tarda sera; mentre mi do una riassettata mi accorgo che, presi dalla foga della competizione, siamo finiti fuori traccia.
Riabbocchiamo il CAI 12 e scendiamo con cautela: nonostante le pendenze modeste il fondo è viscido da morire e i traversi alla Gary McCoy non si contano; la vulva si snoda stretta e umida (come una vulva) lungo il torrente in un bel flow al naturale (con l'eccezione di un paio di salti e rampe). Non demordiamo e tiriamo dritto su tutto; i meno ardimentosi optano per un più salutare trekking. Poco prima delle 4 usciamo dal bosco vivi ma non proprio vegeti. Un ultimo trasferimento su carrareccia ci porta a Vagliano di sotto e quindi l'agognato asfalto fino a Montemurlo. Ha appena cominciato a piovere.
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