Descending Garfagnana - From Lucca to Barga [97km 2400m+]

"Colognora di Pescaglia è un altro piccolo gioiellino della media valle....." 


Risiamo qui ......di nuovo in sella, dopo quasi un mese di stop, volato via tra arrosticini e baccalà abruzzese. Stavolta il plurale però non è maiestatis: mi accompagna in questo giro allucinato il GASP, noto adescatore sui forum mtb e mio incallito lettore.

Barga. Dinnanzi al Duomo di San Cristoforo veniamo subito rapiti non tanto dalla bella e austera facciata quanto piuttosto dalle due avvenenti milf intente a scopare il sagrato. Barzotti, nella luce ancora pallida del mattino, discendiamo verso quello che si rivelerà un giro sfascio. Della traccia originaria del Volto Santo, la sorella un pò sfigata della Francigena, è rimasto ben poco (nel bene e nel male). Prima di lasciare il centro storico terza colazione e rifornimento idrico presso il Bar Nardini nella fascistona Piazza Giovanni Pascoli.

Da Gallicano comincia la lunga ascesa verso la Foce di Pompanella (944 s.l.m), dapprima seguendo la Turrite di Gallicano lungo l'ombreggiato single track e quindi, risalendo lentamente di asfalto a fianco dell'Eremo di Calomini, verso il piccolo borgo di Verni con la doppia fonte d'acqua all'ingresso (gassata o naturale, citaz.) e infine Trassilico, tutta tirata a lucido fino al Torrione della Rocca da cui si domina tutta la vallata (strizzando gli occhi sulla sx della Pania ben visibile il Forato). Da qui in poi vi dovete arrangiare. Una volta imboccato il CAI 135 ci saranno solo sterro, castagni e fortunatamente ombra. Acqua punta. Per questo motivo prima di lasciare il paese rifornitevi di tutto, c'è un piccolo Bar sul corso principale.


I 250m di dislivello si coprono senza grandi difficoltà o strappi. Il valico, a parte la cartellonistica, non offre grandi attrazioni e il belvedere è oscurato dalla vegetazione. Ergo discendiamo subito tra carrareccia e asfalto lungo la profonda gola della Turrite Cava. A Vallico di Sotto acqua, a Fabbriche di Vallico desolazione e pranzo presso l'ex DESPAR tra affettati dal riverbero fluorescente e mosche con contorno di cane. Prendere o lasciare, questo ha da offrire il paese a parte il bellissimo Ponte della Dogana, risalente al XIV secolo ma in ottimo stato di conservazione grazie anche a recenti restauri. Passaggio interdetto da stendino minaccioso.

Da Fabbriche a Foce di Colognora (880 s.l.m) bestemmiometro impazzito. La salita comincia subito male su asfalto e peggiora rapidamente su cementata; anche entrati in bosco la situazione non migliora di tanto, le temperature sono accettabili, la vegetazione pur sempre coprente ma i succhi gastrici hanno la meglio e ben presto (complice il Cocacolino che si agita nello zaino da Trassilico) la favella lascia posto ad una eruttazione continua che, benchè modulata, risulta poco intellegibile al GASP. Costui nel frattempo sono 5 ore che funge da lepre, macina dislivello e non suda nonostante sfoggi una maglina a manica lunga! se non fosse per la prostata, che lo costringe a continui stillicidi, l'avrei già perso da un pezzo.


Colognora di Pescaglia
è un altro piccolo gioiellino della media valle. Se non fossimo acceccati dal riverbero del sole sulla nuda pietra che ci circonda (pardesse alle spiagge bianche) noteremo sicuramente la struttura contadina dell'abitato, i piccole loggiati e le altane. La fonte d'acqua antistante la Chiesa di San Michele e Caterina, posizionata esattamente nell'occhio dell'anticiclone africano, singhiozza tiepida brodaglia e per giunta IL MUSEO DELLA CASTAGNA, unica opportunità di svago, è chiuso!

Da Colognora si prosegue in costa asfaltata e subito fuori Vetriano iniziamo la terza e penultima risalita del giro in direzione del Pian del Vitellino. In poco più di 3km di carrareccia in bosco di castagno (tanto per cambiare) copriamo 300 metri di dislivello con le gambe imballatissime, il fiato corto e il cuore che rulla come un tamburo. E poi..........per la prima volta........... dopo 60km e 3 anni che lo conosco............ vedo il GASP scendere di bici e spingere (si vabbè è sceso di bici per 5 metri ma è il gesto che conta)!

A Borgo a Mozzano, dopo una brevissima sosta al Ponte del Diavolo (proforma più che altro), refrigerio di ghiacciolo e Lemonsoda nel tentativo di abbassare le temperature della cpu (son più di 2 ore che sento la ventola a palla nel cervello); nel Bar mi coglie la strana sensazione di aver perso l'uso del culo, sono seduto ma non percepisco la sedia sotto, la sedia esiste, la stringo con quel che rimane delle mani ma non la sento. Brutto brutto.


Da Borgo a Mozzano a Ponte a Moriano ci ricolleghiamo alla Via del Volto Santo lungo il Serchio, una piacevole strada bianca nei campi che di rado affaccia sul fiume. Il taglio interno per evitare 6km di statale infame si insinua tra il Monte Formicoso e il Monte Castellaccio; è un piacevole mix di strada bianche e boschetti particolarmente fervidi di vita, avvistaste due volpi e scampato di poco un frontale con uno stormo di fagiani rincoglioniti. Alla fine questa digressione (al netto delle minchiate) ci costerà 11km e 270m+.


A Ponte a Moriano nuovo carico d'acqua e quindi spediti di fluviale del Serchio fino a Lucca, certo se il vento soffiasse dalla parte giusta non ci farebbe proprio schifo ma oramai siamo a fine e benchè impolverati e discretamente sfatti ci godiamo quest'ultimo sole, finalmente amico, che come caramello si squaglia nel fiume.

97KM X 2400M+

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