Tuscany greatest hits - 2 Days Chianti bikepacking tour

"Il Chianti è stato indipendente dal 1985"


Se pensate che vi proponga la classica spazzolata asfalto/strada bianca, del tipo  "alle 15.00 ho finito, aperitiviamo in camicia di flanella eppoi tutti a bordo piscina", passate pure oltre.  Il percorso odierno è una lenta transumanza e, pur unendo le più sputtanate località del Chianti, si muove spesso sottotraccia.

 

  DAY 1

Il primo giorno inizia un pò sordina tra partenza ritardata per topa, doppia colazione e primi imprevisti subito fuori la cinta muraria di San Casciano Val di Pesa. Alle 10.00 di mattina siamo già mezzi ignudi e consapevoli di esserci portati dietro un sacco di roba inutile.

I primi km, lungo torrenti e borri, scorrono via in penombra su single track; da Sambuca il percorso si allarga nella bella ciclabile del Torrente Pesa: l'acqua cristallina e la vegetazione di un verde acceso ci attardano ulteriormente, tantè che a San Donato in Poggio, primo borgo medievale degno di nota, è già l'ora di pranzo e non abbiamo combinato un beneamato; la stiaccia prosciutto e pecorino, nel circolo del paese, ci viene in soccorso spazzando via ogni preoccupazione. 

Castellina in Chianti si raggiunge tagliando prevalentemente di bosco su carrareccia e sentieri secondari non sempre pedalabili: nei pressi della Tenuta di Ricavo infatti spolveriamo il buon vecchio spintage, per poi addentrarci nella Chianti Archery Area circondati da riproduzioni farlocche della tipica fauna locale (l'orso, la pantera, il narvalo ecc......). Se San Donato manteneva una vaga atmosfera rustica, a Castellina si annusa subito il passaggio di confino in terra straniera........pallidi turisti in shorts e cappellino di paglia, selfie e tiktok a manetta, Porsche come piovesse e crostata ai mirtilli tagliata col microtomo a 30 (TRENTA) euro/kg.

Dopo una breve ricognizione nella bella piazza del Comune, dove domina la Rocca medievale della seconda metà del '400, ripartiamo subito alla volta di Fonterutoli che raggiungiamo non attraverso la comoda via Romea Sanese (presente nel gpx) ma bensì su strade poderali sorvegliate da paperi molesti. Fuori paese continua il suicidio assistito che, anzichè portarci su comoda strada bianca verso la Necropoli, prosegue per prode, campi e cancelli chiusi. Stanchezza, polvere, afa e una bella groppanata del mio compagno scaldano a tratti gli animi.

Fortunatamente, ricollegandoci alla via di Vagliagli, il percorso si snellisce e la giornata finalmente evolve nel più classico panorama toscano. Un veloce mangia e bevi fatto di colli a vigna, sterro e agriturismi da mille e notte, ci porta velocemente nella piccola frazione di Vagliagli sulla quale planiamo dolcemente attraverso un breve singolino che nella luce stanca del tardo pomeriggio porta un pò di pace e contemplazione nei nostri cuori.

Alternando offroad e asfalto raggiungiamo il Castello di Brolio appena in tempo per le ultime riprese col drone; dal retro delle vigne ci godiamo lo scuro profilo dell'imponente fortilizio contro il tramonto e, una volta esaurita la batteria del volatile, alla Blues Brothers prendiamo possesso di un tavolo alla sofisticata Osteria di Brolio. Fortunatamente il personale di sala, devo dire atttentissimo, capisce subito l'equivoco e, sorvolando sul tordo e mousse di carciofo, ci propone un classico pranzo di lavoro operaio a base di affettati e hamburger.

Alle 23, dopo gli ultimi km in notturna tra single e asfalto, in compagnia del silenzio e della luna piena, crolliamo a bordo strada. Dopo 90km, 2150m+ e 13h picchettiamo alla meno peggio la tenda in mezzo agli olivi e cadiamo in un ipersonno criogenico.

DAY 2

Tolto un attacco di cinghiali verso l'una di notte, richiamati dal greve russare del mio compagno, la notte non passa malaccio. Verso le 7, con un discreto colpo di reni, riemergiamo dalla fedele McKinley e rimpacchettiamo il tutto. Un pò di imbarazzo sulla prima salita eppoi le gambe ricominciano a frullare lungo gli sterrati che, passando dalla tenuta del Castello di Meleto, portano dritti al piccolo Borgo di Gaiole , rinomato sopratutto per l'Eroica. 

Gaiole in effetti, a parte la caratteristica Piazza triangolare del mercato non offre granchè: il negozio official dell'Eroica, una fonte d'acqua, un alimentari, un BAR con un cesso che fatti il segno della croce e un paio di ristorantini. Aprofittiamo quindi per fare una lauta colazione, zozzarci di bevande energetiche e  caricare le borracce.

La giornata si preannuncia impegnativa, di nuvole manco l'ombra e dobbiamo accollarci pure 300m+ di roba che avremmo dovuto sbrigare il giorno prima. Fuori paese, dopo 1km di incubo asfaltato con punte oltre il 18%, riprendiamo la ire per sterrate e aziende vitivinicole fino alle porte di Radda, dove facciamo solo una breve sosta all'ombra del Palazzo del Podestà.

Lasciamo il paese facendo un insolito loop attorno alle vigne circostanti, e quindi, oltrepassata la provinciale, attacchiamo la salita per il borgo di Volpaia sotto un caldo prematuramente atroce. Decidiamo pertanto di defilarci su sterrato in cerca di una variante meno esposta ma tra vigna, olivi e cipressi non è che la situazione cambi molto. In piazzetta arriviamo piuttosto stremati tantè che la donna che mi si avvicina bendisposta la ritengo frutto delle allucinazioni.........stavolta però trattasi di una mia amica (reale) che non vedevo dalla bellezza di 25 anni! 

Lasciamo Volpaia, non prima di un cocacolino dopante, su sterrata bianca coprendo gli ultimi 250m+ di dislivello. Prossimi allo scolletto ribadiamo di drone per goderci da una visuale privilegiata la distese di bosco circostanti....... a quasi 800m+ di altitudine si inizia a respirare. Ulteriore refrigerio ci porta la velocissima discesa su Panzano dove abbandoniamo il contesto bucolico per buttarci nella caciara assoluta: Panzano stroppia di gente oltre ogni limite, ergo archiviamo velocemente un'ottima stiaccia con la mortazza + birrino in compagnia di un coniglio (anche questo reale) e proseguiamo sulla parte alta del paese per ammirare la Chiesa di Santa Maria e rimediare un caffè in santa pace. 

Il collegamento Panzano / Greve è quasi immediato tra sterro e asfalto della via Chiantigiana. Attraversiamo la signorile P.zza Matteotti, felicemente addobbata di fiori per il mercato locale, e proseguiamo subito oltre. Nonostante un percorso più clemente del giorno prima accusiamo una certa stanchezza di fondo, che sommata al caldo bestia, ci spinge ad affrettarci sul percorso. 

Peccato che, appena fuori Greve, ci si ritrovi nuovamente impantanati e impolverati ad ansimare su strade poderali assolate, le soste sotto gli sparuti alberi valgono a poco e ad un certo punto si rischia pure lo scontro generazionale; del resto conciliare due approcci/metabolismi così diversi è difficile: da una parte un classe '91 sprizzante pelo e feromoni, per giunta single e dedito al peccato e al compromesso, dall'altra un residuato calvo classe '75 in incipiente andropausa, sposato e quindi propenso a vivere la mtb come espiazione ............qualche attrito mi pare il minimo.

Riappacifichiamo gli animi grazie all'ennesima endovenosa di Lemonsoda nella più che trascurabile Mercatale, quindi risaliamo lentamente i poggi intorno ad Impruneta dove sostiamo, giusto il tempo di una stories, nella caratteristica Piazza Buondelmonti. Lasciamo il paese inanellando caparbiamente tutta una serie di controsensi e su percorso gravel tagliamo senza intoppi gli ultimi boschi che ci separano da San Casciano. 

Tocchiamo quest'ultima verso le 18, dopo qualche km di infame asfalto, sfatti ma giusti giusti per un finale di aperitivo che tutt'ora stiamo ancora rateizzando (40 euro per un tagliere di crostini, 2 birre e il budello di sù mà).

Condenso qui gli ultimi concetti. 

1) quello che vi proponiamo non è quello che abbiamo patito. Il gpx in allegato è ripulito delle tante cazzate fatte e conseguentemente più snello. Sono pur sempre 3400m+ che in due giorni richiedono un certo impegno. Per questo motivo ho preferito postare una traccia unica, cosi ve la gestite come vi pare. Salvo l'apertura e chiusura di un paio di cancelli (su proprietà privata di cui è consentito l'attraversamento), 10 minuti di spintage e una paio di brevi fuoritraccia sarete in una botte di ferro.

2) fa caldo, caldo che riverbera sul bianco delle strade. Per come la vediamo noi, siamo già fuori stagione per un giro del genere, il Chianti si detertifica di anno in anno ed il percorso è per la gran parte esposto al sole; tolta la ciclabile della Pesa e i boschi sopra Volpaia l'ombra è centellinata.  Le fonti d'acqua si concentrano  nei paesi, fuori dagli abitati non ne troverete.

3) il Chianti è stato indipendente dal 1985, si parla per lo più inglese e tedesco, vengono accettate carte dei principali circuiti di credito, è gradito comunque anche il contante. Il coperto si paga anche per un aperitivo (2,50e a chioma).  L'accesso ai principali esercizi commerciali è sempre contingentato e interdetto a coloro che risultano poveri al tampone. Obbligatoria l'assicurazione sanitaria.

152 km x 3400m+





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