Crossing Pratomagno - 2 days bikepacking adventure [107KM 2500M+]
"Non ci sono mai stato ma il mio fiuto mi dice che le Ande sono collinette e le Alpi passeggiate per bambini. Tieni da conto i tuoi capelli! Qui c'è il vero capolavoro di Dio! e non ci sono leggi per i coraggiosi, non ci sono rifugi per i dementi, non ci sono chiese ma c'è questo immenso scenario. Non ci sono preti ma c'è la Fede! Per Giove! io sono un uomo delle montagne e ci vivrò finchè un proiettile o una freccia non mi fermeranno e io farò di questa Terra il mio monumento!" (From Jeremiah Johnson movie)
5-09-2020 Ore 9 Santa Maria Novella ci accoglie austera e fascista col suo viavai di genti affaccendate. Ci muoviamo a tentoni nel traffico fiorentino un pò come Pozzetto nel Ragazzo di campagna, del resto siamo provinciali, anzi comunali. Piazza della Signoria si presenta in grande spolvero e vestita di una bella luce mattutina, poca gente.....fa strano parecchio. Un paio di foto e ci avviamo sui lungarni, di contro già fervidi di vita, per uscire dalla città. Imbocchiamo la ciclabile subito a ridosso del fiume e dal basso ci godiamo una prospettiva insolita del capoluogo. Saranno gli spauracchi di un probabile lockdown 2.0 ma c'è veramente un fottio di gente a passeggio in questa bella giornata di fine estate.
Dopo 6 km, in località S.Jacopo al Girone, siamo costretti a lasciare l'argine proprio nel momento in cui il paesaggio inizia a inselvatichirsi. Ci buttiamo quindi sulla via Aretina in assetto Team Sky pestando di brutto per cercare di metterci alle spalle il prima possibile i 9km di bitume che ci separano da Pontassieve. Alle porte del paese ci concediamo una breve sosta-colazione............ potremmo essere benissimo a Cannes a giudicare dallo scontrino che ci viene presentato. Nella viuzza che taglia il centro del paese un canaio assurdo di gente e SUV tale che siamo costretti a scendere dai puledri. La voglia di levassi di culo è tanta ma, memori delle scelte improvvide del passato, ci affanniamo per recuperare un pranzo che possa definirsi tale (giacchè la cena sarà a base di merda liofilizzata e ortiche).Il Mullah si gioca gli ultimi Jolly: un pediluvio nel torrente marmato e un beverone iperenergetico.........il risultato è a dir poco deludente e fugace, sotto gli imponenti abeti che quasi oscurano il sole lo vedo arrancare come un merdaccino malato ed ogni scusa è buona per attardarsi. Del resto il bosco (stile Canada) è spettacolare e la carrareccia su cui lentamente risaliamo è pettinata come un tavolo da biliardo.......l'unico problema grosso (tafani a parte) è l'acqua: tagliando dentro la riserva sul CAI 7 ve la potete proprio scordare e, nonostante un rigido razionamento, la preoccupazione c'è, sopratutto quando ci informano che il Ristorante Giuntini, uno dei pochi rifornimenti prima del Secchieta, questa settimana è chiuso per ferie!! E come se non bastasse tutti i bikers che incrociamo vanno a pile! ma porco2.
Consapevoli di non avere alternative procediamo lenti e silenziosi sotto le faggette che ci circondano gli ultimi km (6) di asfalto. Sotto il Secchietta le ombre inziano ad allungarsi, l'aria si fa frizzantina e l'erba si tinge d'oro eppoi quando non te l'aspetti eccolà lì: sul ciglio della strada, in mezzo all'erba incolta, in uno scenario alla Mad Max...... eccola lì......l'acqua! un rubinetto malconcio e un tubo rugginoso grondante vita! Di qui in poi è un'altra storia.....reidratati, risciaquati e rinati (persino con un accenno di ricrescita) ci godiamo il panorama sulle antistanti colline di Figline aprofittando della location tafano-free. Quindi, consci di essere vicini alla meta, riprendiamo a pedalare a passo lento, oltrepassiamo le pale eoliche e scendiamo dal Poggio della Risala (1486m slm.) percorrendo lo 00 su un divertente e breve single track.Giunti alla selletta imbocchiamo a dx il CAI 14 e dopo un 1km scarso di forestale nel bosco fitto raggiungiamo finalmente il Capanno delle Guardia, un bivacco autogestito con svariati posti letto, legna in abbondanza, tavoli all'aperto, doppio barbecue ma sopratutto una fonte di acqua! Ovviamente tutto sto ben di Dio ha uno scotto da pagare. Se vi aspettate quegli scenari fatti di silenzi e colori tenui all'imbrunire (stile spot della Cascada) vi sbagliate di grosso. Tutti intorno a noi un bimbettame schiamazzante e un paio di NANO-cani rompipalle su sottofondo di musica disco 70-80-90. Su tutto comunque prevale la gioia di essere arrivati ad un orario decente (quasi le 7) e con tutto il tempo per disporre le tende con un pò di luce naturale.
Anchilosati dentro le tende ci cambiamo i vestiti lerci e prendiamo possesso di un tavolo per la cena. Menù: pollo al curry Decathlon e rinforzino di salame felino su pane posato, nutelline come dessert. Se non fosse che a due metri stanno ammazzando il maiale sta sbobba non sarebbe pure male e comunque a 45 anni suonati riaccendere un fornellino da campeggio non ha prezzo. Quindi, a un orario improbabile e con la mappazza sullo stomaco, ci rifugiamo come vampiri nei nostri loculi.Memori della pipata di freddo di Lama Lite mi vesto oltremodo e alla mezza, tra un microsonno e l'altro, sono un bagno di sudore. Dalla mezza alle 4 di notte risale un raveparty dal fondovalle, per lo più underground e le serate in tutina di pelle nella gabbia del Kama riaffiorano nei ricordi. Quindi nuovamente microsonni e microsogni, la luna a palla dentro la tenda.
Day two
Alle 8 ci leviamo dalle tende rattrappiti e cispiosi come dopo una notte sulle panchine della stazione. Le famiglie stanno già facendo i bagagli e ci attardiamo per goderci un caffè in santa pace. Ci muoviamo lenti e disorganizzati........la mancanza di sonno si fa sentire.......alla fine son già le dieci di mattina quando riprendiamo a pedalare. Oggi comunque sulla carta dovrebbe essere una giacchettata: poco più di 50km per 800m e passa di dislivello a fronte dei 1600 fatti ieri.
Per una volta d'accordo, decidiamo di non disintegrarci di spintage sullo 00 e percorriamo per un buon tratto la carrareccia ombrosa che costeggia a nord il crinale del Pratomagno, tagliando via diversi poggi (Scesta, 3 confini, Uomo di sasso). Scelta azzeccatissima, la strada vola via veloce nel verde della vegetazione, le gambe girano bene nonostante tutto e in quattro e quattrotto siamo al Varco dei Gioghi, uno dei tanti crocevia di attraversamento del Pratomagno in epoca medievale. Qui finisce lo sterro e proseguiamo su asfalto, prima però ci gustiamo 4 gonzi in ebike che, ebbri di WATT, per poco non ci lasciano la buccia su una pettata al 25%.Da Giocondo (area sosta ristorante) colazione, rifornimento acqua e viveri per il pranzo. Di qui in poi inzia il tratto commerciale, siamo sotto il Poggio le Portacce e prossimi alla Croce del Pratomagno. Ci facciamo largo tra escursionisti, famiglie e altri improvvisati della domenica raggiungendo il crinale a pezzi e bocconi fino al Monte Pianellaccio (1593m slm). Risaliti in quota il paesaggio è notevole: cielo azzurro, steppa dorata a perdita d'occhio (grazie alla giornata tersa), gigantesche chianine al pascolo e un bel crocione rosso di metallo a deturpare il tutto. Sarebbe uno scenario ideale per tirare fuori il volatile......ma che avete capito!?? intendevo il drone!........ma la troppa gente e i tafani rompicazzo mi fanno desistere.
Dalla Croce del Pratomagno in poi fino alla fine dei monti seguiremo pressochè sempre lo 00, salvo microdeviazioni per tagliare via qualche poggetto malefico percorrendo brevi ma divertenti single track. Dopo 20km e circa 500 metri di dislivello, approfittando di un allegra comitiva di ragazzi (e dell'assenza di ditteri) facciamo sosta al Poggio della Spada della Roccia per pranzare e riposarci. Pare di stare sul dorso di un cammello infinito e, nonostante una certa monotonia di sottofondo, il paesaggio non può lasciare indifferenti. Giunti al Monte Lori finisce il commerciale, le ragazze in top spariscono improvvisamente e i prati erbosi lasciano spazio a un bosco di querceto misto più incolto.Dopo un breve tratto asfaltato proseguiamo sullo 00 del Poggio della Cesta. I pannelli didattici ci rincuorano un pò vista l'incuria in cui grava questa parte del sentiero ma procedendo le cose cambiano e la discesa su forestale (poco più di un km) ce la facciamo inframezzando tratti a piedi per un fondo molto sporco e qualche albero caduto. Se non volete complicazioni questa parte è aggirabile dall'asfalto sottostante a cui si ricollega il nostro itinerario.
Dai resti dell'area sosta La Baita si riprende, sul fondo dello spiazzo sterrato lo 00 che in questo tratto torna pulito e ciclabile al 100%. Col bosco che dirada ritorniamo su strada bianca e in loc. La Crocina sostiamo per rifornirci di acqua (tonica) al Ristorante Pizzeria omonimo. Attraversiamo la provinciale e dopo pochi metri di sterrata bianca deviamo a dx su sentiero secondario, occhio perchè l'imbocco non è molto visibile. In corrispondenza del Poggio della Baselica decidiamo di suicidarci: per tagliare via le ultime due brevi risalite sullo 00 decidiamo di abbandonare il sentiero di crinale e scendere verso il Monte Arzoni sul CAI 53 in direzione sud. Lungi da me tediarvi con tutte le cazzate che abbiamo inanellato negli ultimi km di percorso, sono davvero tante, di molte me ne assumo la responsabilità, alcune sicuramente motivate dalla stanchezza e dalla scarsa lucidità. Vi dico solo che se volete riabbracciare i vostri cari seguite sempre il Sentiero di Crinale seguendo la traccia allegata.
Vi ritroverete a Castiglion Fibocchi, un bel borghetto con un interessante Palazzo Comunale contraddistinto da merlatura guelfa e torre dell'orologio tirata a lucido. Ci sono anche un paio di bar e fontane dove ristorarsi. Di qui in poi, per strade poderali, raggiungerete la base di Castelluccio e, oltrepassato il fiume Arno, vi ritroverete alle porte di Arezzo dopo 3 km di asfalto.
Questo è il vostro happy end. Noi abbiamo fatto ben altro. Siamo arrivati a Piazza Grande alle 7 di sera veramente conci, a Santa Maria Novella la macchinetta delle bibite mi ha fregato gli ultimi 2 euro e ho toccato la branda che era mezzanotte in quel di Castelfranco. La mountain bike è anche questo comunque.
Nota bene
1) d'estate l'acqua è un problema che va pianificato attentamente
2) il Capanno delle Guardie è sempre pieno quindi non fate affidamento sul dormire al chiuso e portatevi l'occorrente per dormire fuori
3) i tafani in estate vi daranno l'assedio; portatevi qualche repellente da cavalli
4) tolto il Poggio della Cesta tutto l'itinerario è completamente ciclabile e nonchè molto bello
Monty
107 km x +2500m dsl
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