Coast of Etruscans - Easy riders [150km 2350m+]

"la costa, sferzata dai venti freddi del nord, si mostra senza veli in tutta la sua selvaggia bellezza....."


E' stata una due giorni easy. Easy alla easy rider, ovvero placida e semplice negli intenti............. non easy nell'accezione di "facile". 150km in bilico tra colline e costa attraversando un territorio saturo di colori e storia. "Gran culo essere nato in Toscana", tutte le volte che do qualcosa per scontato cerco sempre di ricordarmelo.

GIORNO 1 - LIVORNO BOLGHERI

Alle 8.30 lasciamo la Baracchina Bianca, non prima di averla ridotta un porcaio di briciole e cappuccino sversato. Smog, motorini impazziti, controsensi........salutiamo la bella Livorno e il suo liberty dal cavalcavia da cui si possono ammirare le Terme del Corallo (non le fonti), primi del '900, dice.

Attraverso la viabilità secondaria (zona Porta a Terra) agganciamo lo sterrato delle Colline Livornesi e quindi lo 00 che in un piacevole mangia e bevi ci porta lesti verso sud. Gente poca, probabilmente tutti già ammassati lungo costa.......ombra, frescura e tanta motivazione per il resto........vengo da settimane di lastre di grigio lavoro, tutte uguali e tutte pesanti. Avevo proprio bisogno di una due giorni nomade.


Giriamo dietro il Poggio Lecceta e proseguiamo di bosco incrociando l'asfalto della Valle Benedetta e proseguendo di sterrato, si segnalano cani sciolti.....per fortuna di quelli che fanno tanto casino e poco altro. Sfoando sul Ganzissimo, immerso nella macchia, raggiungiamo lo spiazzo delle Palazzine da cui comincia una stradone bianco e impolverato che segue il Torrente Chioma.



Risalire a Nibbiaia contempla vari Cristi e Madonne. Noi abbiamo seguito per Poggio Dorcino, pedalabile all'85% (a patto di farsi un culo tanto) e spintage sul finale. In traccia vi ho messo l'Antica salita di Montenero che almeno di fondo dovrebbe essere messa meglio, le pendenze invece no.

Da Nibbiaia, dopo aver scollettato il Poggio Scandanibbio, un pò di asfalto e quindi l'Alta via di Pian dei Lupi dove il bosco fitto lascia spazio alle colline riarse dal sole, il mare a contrasto con la Gorgona a un palmo. Ci godiamo quindi lo spelacchiato 00 con i suoi brevi rock garden fino alle porte di Rosignano Marittimo, audace e imperiosa vista da lontano, da vicino disabitata e agonizzante in questo fine stagione: 20 ristoranti chiusi ma per fortuna due bar aperti, il GASP (vegano) opta per il caffè Carducci, io (cannibale) per il Chiarugi. Ci tengo difatti a precisare che da Livorno a Rosignano, bacche a parte, non troverete cibo............ anche Nibbiaia non offre ristori, l'acqua invece non è un problema.



Dal Castello di Rosignano un taglio netto verso il mare, prevalentemente per vie secondarie a parte gli ultimi km sull'inevitabile provinciale per Vada. Di qui in poi pineta a gogo per km e km toccando le varie località di mare della costa. Mazzanta, Cecina e Marina di Bibbona si srotolano una dietro l'altra su un lunghissimno tappeto di aghi di pino. Mare caraibico e sosta emozionale con pediluvio......ci starebbe anche un bagnetto visto le temperature ma poi scatterebbe un interminabile franella stile Laguna Blu, anche no.

Riguadagnamo quindi l'entroterra a pezzi e bocconi (controvento), circondati dal profumo della vigna e da minacciose proprietà private. Bolgheri stroppia di gente, tutta rigorosamente attopata; ci defiliamo subito sulla via dei Colli prima di schiacciare inavvertitamente qualche figliolo o attirare l'attenzione delle FDO con i nostri miasmi. 

Sono da poco passare le 5 e abbiamo tutto il tempo (anche troppo) per picchettare nella selva retrostante il borgo in mezzo a tombe di principi e contesse.



In notturna, sempre piacevolemente figa, raggiungiamo la Bottega di Elena, dove tra una lasagna, una ribollita e un sorso di rosso (1 di numero visti i prezzi), ci godiamo il tepore delle 4 mura dopo una giornata spazzolati dai venti di grecale. La notte 'na merda come sempre, folate di freddo e zaffate del GASP (in evidente imbarazzo per la ribollita) si insinuano nella tenda, alle 2 di notte anche piantate in terra per ennesima deblacle del materassino, neanche il kindle, caricato con il letale "Mentre morivo" di Faulkner, riesce al spegnere il chiarore della notte.

GIORNO 2 - BOLGHERI PIOMBINO

La sveglia non è un problema, siamo anziani e fisiologicamente insonni. Eppoi è da prima dell'alba che si è scatenato un inferno di doppiette. I venti si sono calmati e in 4 e 4 8 rinfagottiamo il tutto. Neanche le 8 e sono già a baccagliare la barista del Caffè la Posta (l'unico aperto!)................. procace e ben disposta è affascinata dal mio aspetto disperato alla William Dafoe (tahà a provà, è dalle 2 che sto sveglio). Il GASP nel frattempo ponza un quadrigemellare nel cesso.



Km di nobile vigna (Ornellaia, Guado al Tasso) e milioni di fatturato ci accompagnano fino alle porte di una Castagneto Carducci insipida e piuttosto spoglia, salutiamo il mezzo busto del sommo poeta e quindi, fuori paese, intercettiamo la temibile "Antica Via Campigliese", già in uso agli Etruschi per selezionare la fibra più forte. I primi due km sono costellati di pettate al limite del demenziale, poi, per un lungo tratto, si rimane in quota tra i 400 e i 500 m di altitudine percorrendo una carrareccia dal fondo ottimo e perfettamente manotenuta grazie al via vai dei cacciatori che assiepano questi boschi fitti di castagno.

Dopo Poggio Casaventi (542m s.l.m.) ci innestiamo sul "RET VIA ETRUSCA Volterra-Piombino" iniziando a perdere rapidamente quota su sterrata e cemento. In loc. le Foreste, in prossimità di alcuni caseggiati, inchiodiamo e abbandoniamo l'asfalto per rintrufolarci in bosco sul sentiero del Mandrione: dopo una prima parte bella ritta nel fitto della macchia il sentiero si apre in una bella e panoramica sterrata bianca che, mantenendosi in costa, porta verso il Borgo di Campiglia Marittima offrendo un'ampia visuale sul Golfo di Baratti e Piombino.

A Campiglia ci attende l'ascesa epica alla Rocca dei conti della Gherardesca (XI sec.), quel che ne rimane è tirato a lucido, molto bella la bifora superstite che incornicia il lungocosta retrostante, dalla passerella poi si accede a un belvedere che, grazie alla giornata tersa, non ha pressochè confini (dal giardino attinente la Rocca c'è uno sgamino che permette di scendere direttamente sul borgo sottostante, nds).

Nella piccola e accogliente Piazza della Repubblica ci godiamo il sole a picco di mezzogiorno e una lemonsoda. Nonostante la notte travagliata e gli 80km del giorno prima, abbiamo pedalato regolari e una traccia particolarmente fortunata ha evitato perdite di tempo. Lasciamo il ripido centro storico e, appena fuori paese, un singolino veloce e divertente ci riporta sul livello del mare. Attraversiamo con venti e spiriti favorevoli l'aviosuperfice e, in men che non si dica, ci ritroviamo nuovamente all'ombra della pineta lungocosta. La ciclopedonale in questo tratto si presenta più movimentata del drittone Mazzanta-Bibbona e procedendo spediti ci ritroviamo avvolti nella fitta macchia di arbusti.

A Baratti ci rifocilliamo in Piazzetta prima di affrontare gli ultimi 200 metri di dislivello lungo la salita per Populonia. La costa, sferzata dai venti freddi del nord, si mostra senza veli in tutta la sua selvaggia bellezza col mare di cobalto increspato contro le pareti di roccia, la Capraia in lontananza e in cielo un'orgia di kyte surf. La Via di Crinale, nonostante il lauto pranzo e il birrozzo, non ci tange e, poco dopo gli scavi del Monastero San Quirico, lasciamo la carrareccia per discendere il Conventaccio, un canyon poco impegnativo che dolcemente degrada verso il mare. Solo l'ultimo tratto delle Croste, che dà accesso alla spiaggetta del Fosso delle Canne, ci costringe a un breve tratto a piedi. Di lì a poco riemergiamo dalla selva e, abbandonato il progetto di Punta Falcone, ci rosoliamo sul lungomare con l'Isola d'Elba in bella vista.



Briosi tocchiamo Piombino alle 16.25, appena troppo tardi per il treno delle 16.15 e drammaticamente troppo presto per quello delle 18.55. Ma alla fine va bene così.............dopo due giorni possiamo finalmente decantare gozzovigliando tra la bella terrazza panoramica e la movida che, piacevolmente chiassosa, fluisce verso il corso principale.

150km x 2350m+



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