Apuane long ride - Devastating beauty [62km 1840m+]
"......ti ritrovi senza un nome, una residenza, un codice fiscale....sei solo humus di questa terra......"
Approfittando di un autunno particolarmente mite ed un inverno che tarda ad arrivare, ci dirigiamo (io e il mio nuovo toyboy) verso Castelnuovo Garfagnana per un pò di sano exploring. Un giro vecchio stampo, qualcuno direbbe anche alla "cazzo di cane", con una traccia improvvisata in maniera un pò accademica da casa. L'incognito è da sempre la molla che mi porta a uscire sulle due ruote ed oggi ce ne sarà parecchio.
Castelnuovo ci accoglie tiepidamente......poche anime vagano per il paese semi addormentato e una lastra grigia e uniforme copre il cielo. Il tempo di spacchettare la bici e verso le 9,30 iniziamo il viaggio. Abbandoniamo il centro storico e lasciamo la Via Debbia in località Bucina per immergerci nel bosco. Il single track ci regala subito un piacevole trasferimento fino al Cimitero di Antisciana, da qui attraverso brevi tratti pedalati e un pò di spintage immersi nei castagneti raggiungiamo la piccola frazione di Sillicano. Una coperta di color giallo e arancio ci avvolge durante tutto il tragitto che da Sillicano termina sull'asfalto di Via di Careggine, attraverso il quale raggiungiamo l'omonina località.
Il Belvedere che si gode dal parcheggio all'uscita del Paese ha un chè di commovente: una linea di orizzonte frastagliata su cui spicca in lontananza il Monte Sumbra e sotto un manto giallo uniforme di bosco appassito......di colpo ti ritrovi senza un nome, una residenza, un codice fiscale....sei solo humus di questa terra, microbo che si affanna sulla sua vastità e che da questa ne è stregato come il fuoco per i primi uomini.......la pioviggine sul viso nasconde una certa emozione.....per contro il mio compagno è invece tristemente impegnato a pubblicare una Instagram stories selfando e chattando a nastro.
Il Belvedere è solo l'aperitivo di quello che seguirà: la strada provinciale 50, ovvero una carrareccia dal fondo sassoso, scende dal paese di Careggine verso il Lago di Vagli che, con il suo verde giada, completa questo affresco autunnale. Ad interrompere bruscamente questo scenario naturale ci pensa l'imponente diga sull'estremità est del lago; la attraversiamo con qualche titubanza (oltrepassando un cancello lasciato aperto) e costeggiamo la sponda nord percorrendo su asfalto la strada provinciale.
Una fine nebbiolina ricopre il fondo del lago prosciugato, Vagli di Sotto galleggia sulla sua superfice come una nave fantasma. Incastrati tra le sponde rocciose delle montagne risaliamo verso Vagli di Sopra; a destarci dal torpore della mattinata ci pensa, con la sua indicibile violenza/ignoranza, una battuta al cinghiale.....pardesse in Siria mariannagane.Dopo una breve sosta sul piazzale antistante l'austera Chiesa di S.Lorenzo Diacono proseguiamo su asfalto verso Campocatino; sentieri alternativi per raggiungere il crinale non ce ne sono, o meglio.....ci sono ma sono disumani. Un sobbalzo al cuore, questo provi quando girando dietro l'ultima curva ti trovi improvvisamente difronte al giudizio severo dei Monti che come testimoni ti fissano con sguardo inquisitore dalle loro sommità.La parete di roccia cade a picco dietro il villagio in pietra di Campocatino..... il cielo plumbeo, le montagne e i primitivi caseggiati si fondono in un cartolina in bianco e nero nella quale ti senti un estraneo (sopratutto se ti abbigli alla cazzo). La fame da orco ha il sopravvento sulle elucubrazioni, in men che non si dica siamo già a tavola forchettati e imbavagliati davanti a un piatto di paddardelle, la conversazione scema e incantanti dalla giovani muse che danzano con le vivande attorno al tavolo ci lasciamo soggiogare come Ulisse in una dolce e mortale abbuffata. Nonostante la giornata, il periodo e il posto non siamo gli unici avventori: locali ed escursionisti ci fanno compagnia. La crostata è la mazzata finale e il caffè nulla può.
Ripartiamo goffi e felici come due gestanti nel freddo della giornata. Fortunamente ci attende un bel pò di discesa verso Gretamassa, una piccola frazione dimenticata da Dio (e pure dal Diavolo) ma che alle nostre spalle ci regala uno scenario senza tempo con la luce del sole che dalle cime dei monti si riflette come neon sulle nuvole basse. Con la noncuranza e approssimazione che ci contraddistingue sfiliamo veloci verso Gramolazzo dimenticandoci del bel borgo medievale di Gorfigliano con la sua Chiesa Vecchia che dall'alto inveisce contro di noi.
Gli sforzi di ridurre l'asfalto al minimo sono vani, i sentieri segnalati sulle carte sono difficilmente individuabili e men che meno pedalabili. Dal camping attacchiamo la salita e in località Verrucolette imbocchiamo via della Scorticata che, a dispetto del nome, si rivela una splendida e tranquilla carrareccia immersa nel fitto bosco di castagni. Dopo circa 6km di idillio riguadagnamo la civiltà (se così si può dire....) in località Casciana. Sono passate più di 8 ore dall'inizio del viaggio e la luce inizia a farsi debole. Scatta la notturna! agghindiamo le bici come alberi di Natale ma in realtà non c'è scozzo......a fine operazione la Specialized del Fami sembra più una Alfa Romeo 33 taroccata come solo un filippino può osare.
62km 1840m+
NOTE - La traccia è stata ripulita nel tratto iniziale e contiene la variante che, dopo Roccalberti (km 50), porta a località Isola e prevede l'attraversamento del torrente Edron, risalendo quindi in località Poggio. L'alternativa è procedere prevalentemente di asfalto verso località Piastrella.
Commenti
Posta un commento