Lucca / Buonconvento - The Via Francigena Bike in Tuscany [177km 2600m+]
"......e il sole di colpo ci schiaccia in terra come moscini sul parabrezza...."
Il viaggio è senza dubbio la sublimazione di questo sport e comincia ben prima di partire, nel momento in cui si inizia a delineare nella tua testa. Ti rendi altresì conto che, per quanto pianifichi/organizzi/prevedi, finchè non comincerà non sarai mai sicuro di portarlo a termine (sopratutto se sei una mezzasega come noi). L'itinerario è uno dei più sputtanati del panorama ciclistico (e ben presto capiremo il perchè): la Via Francigena da Lucca a Buonconvento, circa 173km da percorrere in una due giorni di fuoco causa anticiclone. Va da sè che, con un programma del genere, saremo i soliti noti: Mullah ed io, ovvero il mussulmano e l'anticristo per eccellenza in pellegrinaggio.
Ristorati nella pancia e nell'animo riprendiamo il cammino. Nei pressi della Pieve di Coiano ci riforniamo di acqua e oltraggiamo la sagoma di un pellegrino con foto degne di Mirabilandia. Da Coiano in poi la musica cambia perchè inizia il tipico paesaggio delle colline senesi fatto di vigne, casolari isolati e sopratutto ZERO ALBERI. Sono le tre e il sole di colpo ci schiaccia in terra come moscini sul parabrezza. Arrancando su strada bianca passiamo Podere Bertini, Cominignoli, Le Colline, Maremmana e Borgoforte in un infinito saliscendi a tratti veramente ostico.Gli avambracci si rosolano al sole come bacon fumante e un sottile strato di polvere ci inibisce la sudorazione: la trasformazione in rettiliani è prossima. Nel frattempo la situazione degenera: la composta carovana di pellegrini, alienata dal sole e da un Dio evidentemente poco misericordioso, si divide in fazioni e alle fonti d'acqua assistiamo a pestaggi, saccheggi, intimidazioni e stupri. L'escalation di violenza e l'impennata di fanatismo a cui assistiamo ci porta ad allungare il passo e a rifugiarsi nella piazza centrale di Gambassi Terme. Iniziamo a vedere la fine ma nonostante San Gimignano ci appaia a portata di mano mancano ancora 18 (fottuti) km.
Quest'ultima parte del percorso è un film già visto: la gamba, senza preavviso perde potenza, e su ogni minima pendenza vedo il Mullah sparire tra le vigne; cerco invano di spezzare il ritmo inframezzando una serie di soste con le scuse più pietose: una foto, un bibita, il sassolino nella scarpa, uno strano rumore al cambio, un regalino per i miei figli e la diretta streaming da Montecitorio per il neonato governo. Sono talmente messo male che davanti alla Pieve di Santa Maria Assunta a Cellole mi inginocchio e prego.Di fatto funziona. Il finale su asfalto è un trionfo alla Pantani e alle 17.02 conquistiamo dal lato nord San Gimignano. I pancali di topa che ci piovono addosso sul corso principale ci fanno dimenticare la fatica in un batter d'occhio.Di colpo impettiti, boriosi e circondati da un'aura mistica ci facciamo largo a passi lenti tra i mortali e nei pressi di Piazza delle Erbe ci concediamo il meritato aperitivo a base di birra, olive, patatine, pizza, baccalà, panigacci, ribollita e castagnaccio per pulissi la bocca.Ebbri, scivoliamo verso la parte sud del paese come palle da biliardo e sulla Via Vecchia di Poggibonsi prendiamo possesso dell'umile stamberga che ho provveduto a prenotare mesi prima. Il resto della giornata è troppo privato ed intimo per essere messo al bando. Certo però il Mullah che saltella come una scimmia impazzita nella stanza, in preda ad una reazione allergica alla crema da culo che gli ho prestato, è un'immagine troppo preziosa per essere custodita solo nella mia memoria.
Domenica 4 Giugno - Ore 6.30 - L'ansia da prestazione e la puntualità sono forse i miei caratteri più distintivi. Alle 5.45 sono sveglio. Mi giro, mi rigiro...niente da fare. Controllo la traccia del Day 2 su Viewranger. L'itinerario di oggi è speculare rispetto a quello del sabato: stavolta infatti ci dovremmo sparare il grosso del dislivello nei primi 50km e finire di rendita. Osservo il Mullah che se la dorme, esausto dalla notte di ultraviolenza nelle campagne di San Gimignano. Anche per questo dobbiamo levare le tende presto. 1 secondo dopo la sveglia delle 6.30 sono gia lavato, vestito e colazionato. Il Mullah invece, vincente sulla carta e sicuro delle sue possibilità, traccheggia e si dilunga a dismisura facendomi innervosire.
Alle 7.32 siamo davanti al cancello del B&B La Casina. Il Day 2 ha inizio (D-DAY).Fa un freddo boia e siamo costretti a coprirci con l'abbigliamento marcescente del giorno prima come due barboni. Come se non bastasse siamo anchilosati stile Pinocchio, con le gambe ridotte a Simmenthal e non abbiamo ancora fatto una vera colazione. Insomma butta male. Per evitare 10 metri di risalita decidiamo di prenderci una licenza dalla francigena per pochi km. Nonostante l'ora, il sole è già incredibilmente alto e dopo un'ora in giro per boschi e prati dobbiamo alleggerirci.
Le poche facce che incontriamo, per giunta poco loquaci, sono quelle del Tuscany Trail, partite il sabato come noi....... ma da Massa!! Non ci demoralizziamo e continuiamo a pedalare. Per nostra fortuna lo scenario è ben diverso da quello collinare del giorno prima. Seguendo il Torrente Foci e il Botro del Conio entriamo in un bel bosco fitto e rigoglioso che ci regala ombra a gogo e sul finire un bel single track a tratti roccioso. Le gommine slick da 1.5 e la forcella da 0 mm di escursione del Mullah mi concedono una rivincita a mani basse.Continuiamo seguendo il Botro degli Strulli e a Gracciano d'Elsa, come un'oasi lussureggiante, ci appare davanti il BAR DI PAESE per definizione: titolare sveglio dalle 4 e fresco come una rosa con un gileino psichedelico anni '80 stile Eurythmics, una spianata di pasticceria fresca a perdita d'occhio ma sopratutto un viavai di nullafacenti buontemponi come si confà di domenica. Nell'imbarazzo generale il Mullah si fa fuori un cappuccino e 3 pezzi dolci! ma del resto l'atmosfera gioviale e il chiacchiericcio goliardico di questo approdo ci trattengono oltretempo.L'armonia della mattina è turbata da una combriccola rumorosa di ragusani che, con E-bike da enduro (???), ci accompagnerà per strade bianche da Pieve ad Elsa fino a Strove. Quello che caratterizza maggiormente il panorama di questo tratto di itinerario è la presenza di numerosi fortilizi medievali che testimoniano i continui attriti tra le province di Siena e Firenze. In un'alternanza di boschetti, vigne e borghi ci dirigiamo lesti verso Abbadia d'Isola da cui intravediamo in lontananza la cinta muraria di Monteriggioni, espressione massima di questa ideale linea Maginot. Riusciamo a penetrare le mura del Castello dal lato ovest dopo una rampa assurda. La piazza principale è gremita di turisti mordiefuggi che si aggirano svogliati tra i soliti banchi pieni di cazzate. Pare di stare in un'enorme padella a soffriggere; la cinta muraria non fa passare un alito di vento e il sole a picco è micidiale. Ci rifugiamo, come gatti malati, in un angolo all'ombra; mangiamo uno snack e osserviamo la gente. C'è un certo movimento di bikers, ci pare perfino di intravedere lo staff ufficiale di MTB-MAG; seguono 2 minuti di congetture eppoi, dopo esserci riforniti di acqua, fuoriusciamo dalla porta est.
Sono le 11 passate e siamo a quota 30km. Le gambe sono risucitate quasi per miracolo ma quello che ci preoccupa un pò è il caldo; a differenza di ieri l'aria è immobile e non c'è una nuvola manco a pagarla. Il paesaggio d'altro canto ce la mette tutta per farcela prendere bene: in un dolce saliscendi procediamo immersi nei campi di grano con la linea di orizzonte interrotta solo da sparuti boschetti e fortificazioni. Nella canicola generale anche la mota, che troviamo poco prima di entrare a Siena, ci appare come un regalo divino e lordandoci come maiali ci rinfreschiamo un pò. Sbucati su asfalto risaliamo lentamente verso il centro storico attraverso un crescendo di pettate.Dopo 50km di eremitaggio, immersi nei tenui suoni e colori della natura, l'impatto con Siena è devastante. Un brulicare di turisti indisciplinati e seminudi ingorga il corso principale. Con fatica ci facciamo largo tra la marmaglia per guadagnare Piazza del Campo. Il Mullah è sull'orlo di una crisi di nervi: è pallido e con la fronte madida di sudore, l'occhio iniettato di sangue, le mani serrano il manubrio quasi a volerlo scardinare; il disprezzo per l'occidente peccatore e pagano è palese! In piazza il riverbero acceccante del sole misto ai pakistani con i bastoni per i selfie fanno precipitare la situazione: temo voglia farsi esplodere un'altra volta. Lo agguanto sottobraccio e lo trascino via lungo la Strada del Porrione. Man mano che ci allontaniamo dalla calca inizia ad acquietarsi, la smette di gesticolare ed inveire. Siamo alla periferia est della Città, esausti ci fermiano sul bordo della strada. La prospettiva di pranzare (è il tocco passato) si affievolisce sempre più; è domenica di un ponte festivo e procederemo per strade secondarie........siamo fottuti.
AD MAIORA SEMPER
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